For Cerrano Charter subscription and join to AdriaPAN see "How to Join" above/
Per la sottoscrizione della Carta di Cerrano, che consente l'adesione ad AdriaPAN, vedi "How to Join" sopra.
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23 December 2008

HEART of Adriatic - AdriaPAN

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Il nome del progetto è “HEART of Adriatic”, acronimo di Heritage Environment Archeology Respect Tourism e sarà sviluppato nelle aree protette adriatiche costiere e marine che aderiscono o aderiranno ad AdriaPAN sottoscrivendo la Carta di Cerrano.
Questi sono gli elementi essenziali definiti in un incontro tenutosi a Trieste, presso la sede della Riserva Naturale marina di Miramare, il 18 dicembre scorso. Un incontro tra rappresentanti di AdriaPAN e rappresentanti di una rete i Istituzioni e Università balcaniche. Oggetto dell’incontro era la possibile candidatura congiunta, all’interno del programma UE denominato “IPA Adriatico”, delle due iniziative progettuali che si stavano muovendo parallelamente tra le due sponde dell’Adriatico su tematiche molto simili tra loro.
L’idea di unire gli sforzi in un unico grande progetto è stata accolta dai presenti ed andrà ora verificata attraverso contatti diretti con i tanti partner dei due gruppi. L’esito definitivo di questa proposta si avrà in occasione del prossimo incontro, che assumerà la forma di un Workshop aperto a tutti gli interessati, che si terrà a Koper, Slovenia, nel mese di gennaio 2009.
Si configura così in maniera forte la prima candidatura a programmi UE della rete AdriaPAN.


On the 18th of december 2008, in the office of Miramare Natural Reserve in Trieste, Italy, there has been a AdriaPAN summit with the University of Primorska of Koper, who is a leader of a network of several Institution and University in Croatia, Montenegro, Serbia, Bosnia-Erzegovina, Albania, Greece and Italy. The new IPA Adriatic UE program was the object of the summit. AdriaPAN secretariat asked for a cooperation with that network due to the same subject of activity.
The summit was useful and very interesting. At the end all of participants were happy for the results. HEART of Adriatic (Heritage Environment Archeology Respect Tourism), this is the name of a proposal that will be developed from all the partner interested. All the activities will be designed in the marine and coastal protected areas of Adriatic sea, existing or proposed, by a large group of partner.
Another summit is organizing, as a Workshop opened to all partners, on next Genuary in Koper, Slovenia.

16 December 2008

Amp italiane a rischio chiusura

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Nella situazione di recessione economica globale che si sta attraversando, la Legge finanziaria per il 2009 del Governo italiano non poteva che essere al risparmio. Ma, laddove cultura ed ambiente non vengono identificate come produttive alcuni provvedimenti rischiano di far chiudere definitivamente le attività di gran parte delle Aree marine protette italiane:

· Sono state ridotte le risorse a disposizione del Ministero dell’Ambiente per le aree marine protette.
· E’ stato ulteriormente ridotto il trasferimento di risorse agli Enti Locali ed agli organi gestori.
· E’ stato tagliato il fondo speciale destinato dalla finanziaria dell’anno precedente alla istituzione delle nuove Amp che così non avrebbero gravato sui bilanci di quelle esistenti.
· E’ stato avviato il processo di riduzione degli organici degli Enti pubblici
· E’ stata vietata la possibilità di ricorrere a collaborazioni esterne, siano esse consulenze, continuative o a progetto.

Da analisi svolte sulle previsioni del bilancio di previsione delle Stato (Il Sole 24 Ore del 27.10.2008) è stata stimata una riduzione delle somme disponibili per il Ministero dell’Ambiente del 18%. Nella riduzione complessiva è stato calcolato un taglio per le aree protette di complessivi 37milioni di Euro con ulteriori 2,4milioni di Euro tolti specificatamente alle Aree marine protette.
La difficile situazione gestionale, già critica per i motivi sopra ricordati, che si viene a creare è stata evidenziata da Federparchi (comunicati stampa del novembre 2008) che evidenzia come «alla cronica scarsità di risorse economiche (…) e ad una precarietà organizzativa mai risolta si è aggiunta ora l’impossibilità di ricorrere ai contratti a progetto, gli unici che è stato possibile utilizzare in passato, anche per i direttori e per il personale tecnico e specialistico delle gestioni delle Amp».
Le Amp si reggono, infatti, con i pochi fondi trasferiti annualmente dal Ministero dell’Ambiente, con l’aiuto economico e di personale degli Enti Locali ma, soprattutto, non disponendo di una propria pianta organica del personale, con la possibilità di attivare collaborazioni o contratti atipici per il personale dedicato ai progetti specifici.

Se tutte queste previsioni non porteranno con se specifici provvedimenti di deroga speciale per le aree protette, il mondo della conservazione della natura in Italia sarà in difficoltà e talvolta, come in molti dei casi di Aree Marine Protette, ci si troverà nella impossibilità di lavorare. Potrebbe significare la perdita di posti di lavoro, importanti dal punto di vista numerico occupazionale, ma anche un’interruzione dell’attuale innovativa formula di gestione dell’ambiente marino–costiero esplicata dalla rete nazionale delle Aree Marine Protette.
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4 November 2008

AMP italiane in difficoltà

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Governo e Parlamento Italiano ''intervengano subito sulle Aree marine protette, oppure saranno costrette a chiudere i battenti''. L'allarme e' lanciato in un comunicato da Federparchi, che chiede ''interventi immediati per evitare l' eutanasia'' dei parchi marini.
Secondo l'organizzazione ''rischia di essere cancellata una esperienza di grande valore e significato che, nonostante le limitazioni che ha dovuto affrontare, ha fatto registrare risultati di gestione importanti, unici nel panorama Mediterraneo e proprio per questo molto apprezzati anche all'estero''. ''Il comparto - aggiunge Federparchi - ha fatto registrare un elevato e crescente interesse, coinvolgendo settori professionali ed economici ben piu' vasti di quelli dediti alla tutela e risultando, specie nel Mezzogiorno, una concreta e originale occasione di sviluppo basata sulla corretta e potenzialmente duratura valorizzazione delle migliori risorse naturali''.
Tutto questo ora rischia di venire irrimediabilmente compromesso: ''Ad una cronica scarsita' di risorse economiche (che sono rimaste quelle di 5 anni fa nonostante il raddoppio dei parchi marini) - rileva Federparchi - si sono sommati tagli recenti e ad una precarieta' organizzativa mai risolta si e' aggiunta ora l'impossibilita' di ricorrere ai contratti a progetto, gli unici che e' stato possibile utilizzare in passato, anche per i direttori''.
Federparchi chiede un immediato confronto con il Ministro dell'Ambiente e un piano d'emergenza che assicuri alle Aree marine la sopravvivenza.

Comunicato Agenzia Stampa ANSA

17 October 2008

AdriaPAN a Barcellona (Spagna)

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La presentazione di AdriaPAN al Congresso dell'IUCN di Barcellona, a cura di Maurizio SPOTO (riserva marina di Miramare) è disponibile sul sito di MedPAN all'indirizzo sotto indicato.

The presentation of AdriaPAN at the IUCN World Conservation Congress, by Maurizio Spoto /Marine Reserve of Miramare, is now available for download on MedPAN website:

http://www.medpan.org/?arbo=article&sel=ID&val=441&language=en

28 September 2008

Ratificata la Carta di Cerrano

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La firma della Carta di Cerrano nel Parco Veneto del Delta del Po
Da sinistra:
Pietro D'ANGELO, Presidente della Riserva della Sentina-Marche; Camillo DE PALMA, Vicesindaco Rocca San Giovanni- Riserva Grotta delle Farfalle-Abruzzo; Maurizio SPOTO, Direttore Riserva Marina Miramare-Friuli V.Giulia; (alla firma) Piero MESCALCHIN, Responsabile Gestione Area Protetta Tegnue di Chioggia-Veneto; Emanuela FINESSO, Direttrice Parco Regionale Delta del Po-Veneto; Giacomo BENELLI, Delegato Parco Regionale Delta del Po-Emilia Romagna; Nerina ALONZO, Assessore Ambiente Pineto-Consorzio Gestione Area Marina Protetta Torre del Cerrano

Nella programmazione di carattere mondiale, da Johannesburg dove si è tenuta l’ultima Conferenza Mondiale per l’Ambiente (WSS), fino agli incontri tematici, tra cui l’ultimo a noi più vicino svoltosi alla FAO a Roma della Convenzione per la Diversità Biologica (CBD), si sta lavorando per far si che la politica delle aree protette, vista come una delle vie più valide per la salvaguardia del pianeta, sia indirizzata al funzionamento in rete delle stesse.

-L’appuntamento di Pineto

L’8 luglio 2008, nella bellissima Villa Filiani di Pineto (Te) erano presenti rappresentanti di quasi tutte le aree protette della costa italiana: da Miramare di Trieste a Torre Guaceto nel brindisino, fino all’area del Salento, con il Delta del Po e le Riserve Naturali costiere abruzzesi, i parchi marchigiani e la Riserva della Sentina alla foce del Tronto. Presenti le maggiori associazioni ambientaliste nazionali (WWF, LIPU, Italia Nostra, Marevivo) e le più piccole locali (SOA, Anteo, Archeosub); le Università più interessate (Teramo, Chieti, Pescara, Ancona, Bologna e Salento) e i maggiori istituti di ricerca (CNR, CSC, ENEA, IZSA&M e ICRAM, quest’ultimo sia da Roma che da Chioggia).

Ci si incontrava in forma di autoconvocazione, con il coordinamento dell’AIDAP (Associazione Italiana Direttori e funzionari di Aree Protette) per stendere un documento di impegni condivisi delle aree protette costiere e marine dell’Adriatico volto ad attivare una più stretta collaborazione ed una programmazione congiunta delle attività per la tutela del nostro mare.
La necessità di attivare una stretta collaborazione tra le aree protette dell’Adriatico si sentiva già da anni in molte aree marine e costiere, per poter partecipare in forma congiunta ad attività di ricerca, nazionali ed internazionali, e per lo scambio di utili informazioni sulle forme gestionali; non ultma per la necessità di fare sistema affinchè forme di finanziamento euopeo potessero divenire fruibili anche da piccole realtà come gli orrganismi di gestione delle aree protette.

I temi e le problematiche affrontate l’8 di luglio a Pineto hanno spaziato dagli argomenti legati alla più stretta necessità di conservazione naturalistica fino alla condivisione di esperienze amministrative ed a problematiche legate ad uno sviluppo sostenibile nei settori della pesca e del turismo.

Molti gli argomenti di interesse comune affrontati dagli esperti: la migrazione dell’avifauna lungo le coste adriatiche (Adriano De Ascentiis, WWF-SOA); le aree preferite dagli uccelli pelagici in mare aperto (Paola Barbuscia, Marevivo); la gestione delle Zone di Protezione Biologica (Otello Giovanardi, ICRAM-Chioggia); gli spostamenti e la tutela di cetacei e tartarughe marine (Vincenzo Olivieri, Centro Studi Cetacei); i problemi della pesca nelle Aree Marine Protette (Pietro Giorgio Tiscar e Daniele Cargini, Università Teramo); l’effetto degli inquinanti trasportati dai fiumi sui molluschi (Carla Giansante, IZS A&M); le alternative alla pesca attraverso l’acquacoltura (Alessandra Paolini e Miriam Berti, IZS A&M); I sistemi di valutazione per l’efficacia di gestione nelle AMP (Carlo Franzosini, Shoreline Trieste); L’applicazione della Carta Europea del Turismo Sostenibile (Lucia Naviglio, ENEA Roma).

Gli incontri di luglio si chiudevano con la stesura di un documento di indirizzi che veniva chiamato “Carta di Cerrano”, in onore sicuramente al luogo dove era stato concepito ma soprattutto per evidenziare come questo documento rappresenti la volontà di chi sul territorio opera quotidianamente e sente la necessità di coordinare il proprio lavoro con nuove realtà e differenti culture. L’aspetto, infatti, che più ha colpito chi si era recao a Pineto per la prima volta, è stato l’interesse convinto che da più parti, e persino da amministrazioni di differente colore politico, veniva rivolto alla nuova realta dell’Area Marina Protetta in fase di costituzione.

-La Carta di Cerrano

Nella sala conferenze dello splendido Giardino Botanico Litoraneo di Porto Caleri, nel Parco Regionale Veneto del Delta del Po, il 26 settembre 2008, è stata ratificata la versione finale della Carta di Cerrano, come costruita dopo un intenso e duro lavoro coordinato da più parti per la definizione del testo definitivo.
Il testo finale rappresenta un insieme di valori da condividere, obiettivi da raggiungere e strategie da perseguire, in modo da attuare una reale collaborazione tra tutte le aree protette, di qualunque tipologia e forma, purchè marine e costiere del mare Adriatico.
Lungo l’intera costa italiana con la Slovenia, la Croazia, la Bosnia Erzegovina, il Montenegro, l’Albania, fino alla Grecia, tutte le aree protette potranno liberamente aderire sottoscrivendo la Carta di Cerrano purchè ne condividano valori ed obiettivi.

Nella prima ratifica hanno sottoscritto la "carta" almeno un'area protetta per ogni regione italiana che affaccia sul mare Adriatico. Ora la sottoscrizione è aperta a tutti gli organismi che abbiano a che fare con la gestione di aree su cui esiste una forma di protezione rivolta alla conservazione della biodiversità secondo le indicazioni emerse nel contesto internazionale.

Queste le aree protette che hanno già ratificato la Carta di Cerrano:
la Riserva Naturale Marina “Miramare” di Trieste e il Consorzio Area Marina Protetta “Torre del Cerrano” di Pineto(Te), tra l’altro promotori dell'iniziativa; poi, il Parco Naturale Regione Veneto “Delta del Po” – Rovigo, il Parco Naturale Regione Emilia Romagna “Delta del Po” – Ferrara, la Zona di Tutela Biologica “Tegnue di Chioggia” - Venezia, la Riserva Naturale Regione Marche “Sentina” – Ascoli Piceno, la Riserva Naturale Regione Abruzzo “Calanchi di Atri” – Teramo, la Riserva Naturale Regione Abruzzo "Lecceta di Torino di Sangro” – Chieti, la Riserva Naturale Regione Abruzzo “Grotta delle Farfalle” - Chieti e la Riserva Naturale Marina “Torre Guaceto” – Brindisi.
Hanno infine aderito come supporto tecnico organizzativo: l'AIDAP-Associazione Italiana Direttori e funzionari Aree Protette e il WWF MedPO-
Mediterranean Programme Office.

Preziosa si è rivelata l’assistenza tecnica del Programma Mediterraneo del WWF internazionale, grazie al quale si è riuscito a prendere contatto con tutte le aree protette marine e costiere dei tanti paesi che affacciano sull’adriatico.
La ratifica della Carta di Cerrano da parte delle aree protette anche degli altri paesi è la condizione essenziale perché, di fronte alla necessità di considerare il mare Adriatico un ecosistema unitario ed in forte difficoltà per l’intensa utilizzazione delle sue risorse, si possano creare davvero delle politiche di salvaguardia e gestione che siano credibili.

-Verso AdriaPAN–Adriatic Protected Areas Network

Il 6 ottobre 2008 a Barcellona, in Spagna, durante la Conferenza mondiale rivolta alla conservazione della natura organizzata dall'IUCN (IV World Conservation Conference - International Union for Conservation of Nature), la proposta Adriatica viene presentata al contesto internazionale. L’occasione è offerta dall'incontro sul tema delle collaborazioni internazionali in mediterraneo, fortemente voluto da molte organizzazioni tra cui la Federparchi italiana e il WWF francese, dal titolo Speeding up the establishment of a coherent, representative and effectively managed ecological network of marine protected areas in the Mediterranean?".
E’ in quel contesto che prende corpo AdriaPAN-Adriatic Protected Areas Network, una rete di lavoro (net-work) stabile tra le aree protette dell’Adriatico che trova le sue basi nella Carta di Cerrano, che ne rappresenta infatti l’atto costitutivo, e che ha già oggi, ma lo avrà sempre più in futuro, il compito di costruire il contesto in cui si sviluppa il coordinamento delle attività; siano essi progetti o programmi di finanziamento, ricerche o iniziative di conservazione, scambi di informazione o eventi, e quant’altro verrà ad essere ritenuto utile dalle stesse aree protette che ne fanno parte.
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3 September 2008

Piccole Aree Protette, crescono

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Lo scorso maggio a Bonn - Germania, durante una Conferenza internazionale per la Biodiversità, la 9th Conference of the Parties to the Convention on Biological Diversity (CBD COP 9), è stato siglato un accordo tra sei nazioni dell’area balcanica che porterà ad un miglioramento del panorama delle aree protette sull’intera area ed in particolare lungo la costa orientale del Mare Adriatico.
Con l’impegno di IUCN, UNEP, FAO, WWF ed altre organizzazioni internazionali, si è potuto ottenere la firma di un importante protocollo che prevede tre nuove aree marine protette in Montenegro, un miglioramento della gestione di quelle Croate, un ampliamento di quelle Albanesi e un impegno per l’attività in rete da parte della Slovenia.


Sotto il testo completo dell’accordo sottoscritto:

Joint statement of the representatives of the Governments of the Republic of Albania, Bosnia and Herzegovina, the Republic of Croatia, Montenegro, the Republic of Serbia, and the Republic of Slovenia.
As the Parties to the Convention on Biological Diversity (CBD), the Governments of the above listed countries recognize that a joint and coordinated effort is needed in efficient delivery of the Programme of Work on Protected Areas obligations. Transboundary cooperation between the Dinaric Arc countries in the implementation of the Programme of Work on Protected Areas, with the aim to create a well managed, and ecologically representative protected area network, is the key to safeguard the Dinaric Arc ecoregion’s exceptional natural and cultural values.

We, the representatives of the Governments:
Recognize the specific natural and cultural values of the Dinaric Arc ecoregion and acknowledge the CBD Programme of Work on Protected Areas to be a valuable framework for conserving biological diversity and generating benefits to local and national economies.
Aim to further continue our activities towards implementation of national priorities leading to delivering on the objectives of the CBD Programme of Work on Protected Areas.
Support increased understanding of the relationship between the CBD Programme of Work on Protected Areas and the EU legislation on nature conservation.
Encourage mutual cooperation and exchange of experiences in protected areas management on the regional level.
Recognize the importance of regional cooperation to achieve transboundary sustainable management of the South-Eastern European region, including the Adriatic Sea, Dinaric Alps and Sava River Basin.
Recognize and support the need for sustainable use of water resources and protection of groundwater-dependent ecosystems by introducing sustainable integrated management principles in the Dinaric karst system.
Encourage the preservation of the cultural heritage of the Dinaric Arc through support for traditional activities in protected areas which contribute to biodiversity conservation and local livelihoods.
Call upon the Dinaric Arc Initiative partners (WWF, UNESCO BRESCE, IUCN, UNDP, Council of Europe, FAO, SNV, UNEP, Euronatur) and other interested parties to strengthen their cooperation with the Dinaric Arc countries and facilitate necessary support in the delivery of the national priorities.
Support evaluation of the contribution of protected areas to each country’s economy and for the region as a whole.

Ministry of Environment, Forests and Water Administration (Republic of Albania)
Federal Ministry of Environment and Tourism (Bosnia and Herzegovina)
Ministry of Culture (Republic of Croatia)
Ministry of Tourism and Environment (Montenegro)
Ministry of Environmental Protection (Republic of Serbia)
Ministry of the Environment and Spatial Planning (Republic of Slovenia)


Fonte: Mediterranean Programme Office (www.panda.org/mediterranean )

11 August 2008

Aree Protette in Rete

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Pensare globalmente - agire localmente”, questo è uno degli slogan utilizzati sul panorama internazionale per una strategia utile allo Sviluppo Sostenibile. Vuole indicare quanto sia importante, oggi, che gli strumenti di programmazione per l’utilizzo delle risorse, siano esse naturali, socio-culturali o economiche, siano pianificati sulla scala globale, ma, allo stesso tempo, evidenzia come sia indispensabile che qualunque azione o intervento debba poi essere sempre adeguato alla realtà dei luoghi attraverso la partecipazione ed il coinvolgimento di chi li vive.

In questo contesto le aree protette, in Italia e nel mondo, si stanno rivelando i più importanti laboratori di ricerca. L’opportunità di avere un organismo di gestione specificatamente istituito per la conservazione delle risorse naturali e l’applicazione di uno sviluppo sostenibile su un dato territorio, differenzia queste aree dal resto del mondo.
E’ stato chiamato il “paradigma dell’Arca di Noè”: l’idea cioè di conservare biodiversità e risorse naturali in genere, in alcuni scrigni su cui sperimentare formule di sviluppo che sia sostenibie per tutti, e quindi continuativo nel tempo, affinchè se ne possano poi esportare le modalità gestionali all’esterno.

La conservazione delle risorse sta per ora andando avanti nelle aree protette, anche se con molte difficoltà, le politiche di gestione dello sviluppo sostenibile, con alti e bassi, si stanno applicando ovunque, in Italia in particolare nelle aree protette. Difficile sarà ora trasportare i migliori modelli di tutela e sviluppo già sperimentati, all’esterno delle aree protette.
Nella programmazione di carattere mondiale, da Johannesburg dove si è tenuto l’ultima Conferenza Mondiale per l’Ambiente (WSS), fino agli incontri tematici, tra cui l’ultimo a noi più vicino svoltosi alla FAO a Roma della Convenzione per la Diversità Biologica (CBD), si sta lavorando per far si che la politica delle aree protette, vista come una delle vie più valide per la salvaguardia del pianeta, sia indirizzata al funzionamento in rete delle stesse. Il trasferimento all’esterno delle esperienze si ritiene che potrebbe verificarsi così in maniera spontanea.
In questo ambito le azioni volte al coordinamento di più aree protette sono sempre viste con estremo interesse. Da qui le piattaforme di lavoro comune, alcune di provenienza comunitaria come Natura 2000, altre istituzionali, quali ad esempio APE (Appennino Parco d’Europa) programma del Ministero dell’Ambiente italiano, altre ancora di formazione spontanea, come MedPAN (Mediterranean Protected Areas Network) rete già operativa da molti anni costituita da associazoni ed organismi di gestione di aree protette marine.

In questo contesto generale è recente è l’avvio del processo costitutivo di una rete di aree protette dell’Adriatico. Ne fanno parte le Aree Protette costiere e marine del Mar Adriatico di ogni genere e forma, istituite in base alle normative vigenti nei vari Paesi e nelle differenti Regioni.
Il nome di questa rete è AdriaPAN (Adriatic Protected Areas Network) ed i propri indirizzi statutari, in cui sono esplicitati gli obiettivi, sono contenuti alla Carta di Cerrano, formulata e definita nella prima metà del 2008 in vari incontri svoltisi a Pineto (Te) ospiti dell’organismo di gestione dell’istituenda Area Marina Protetta Torre del Cerrano.

9 May 2008

Il popolo migratore

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Un meraviglioso film di Jacques Perrin del 2006, il popolo migratore, racconta con le sole immagini, accompagnate da musiche e rumori reali, il meraviglioso fenomeno naturale che si ripete ogni anno, incessantemente, per tutti gli uccelli del pianeta.
Alcune specie affrontano migrazioni che interessano entrambi gli emisferi del pianeta, alcune altre specie si spostano cambiando paesi e continenti più volte durante l’anno, esemplari di specie più stanziali si spostano solo di pochi chilometri.
In questo loro peregrinare ogni anno, tutti gli uccelli, trovano sempre meno luoghi dove sostare, riposare, alimentarsi, nidificare, riprodursi, crescere. La trasformazione dell’ambiente naturale da parte dell’uomo ha assunto nell’ultimo secolo una veloctà insostenibile per i ritmi di molte delle specie animali sulla terra. Gli uccelli migratori sono tra quelli che soffrono maggiormente tale situazione.

Negli ultimi 30 anni la presenza del Fratino (Charaidrus alexandrinus) lungo la costa adriatica si è ridotta enormemente per la semplice idea, sempre più diffusa, che le amminisrazioni comunali debbano mantenere assolutamente pulita da qualunque presenza, vegetazionale al pari dei rifiuti, l’intera fascia di spiaggia competente per il proprio territorio. Il diffondersi dell’uso di mezzi meccanici pesanti per tali pulizie e la coincidenza dei periodi di esecuzione dei lavori con i mesi di nidificazione del Fratino, ha avuto un effetto devastante. Un ciclo che si ripeteva da milioni di anni ha subìto, in pochi lustri, una inaspettata e brusca interruzione.
Per quanto le associazioni e gli amanti della natura si prodighino ogni anno per arrestare questa incivile usanza, la miopia di una incultura oggi dilagante, distante dagli eventi naturali che ci circondano, continua ad avere la meglio.

Ma i pochi lembi di natura per ora al riparo di manomissioni, grazie all’istituzione di riserve naturali ancora continuano ad offrire meravigliose sorprese. Della settimana scorsa l’avvistamento di Gru (Grus grus) lungo la costa adriatica in sosta sui terreni retrodunali della Riserva Naturale del Borsacchio a Roseto degli Abruzzi.
Ancora ci fanno visita questi meravigliosi uccelli, da tutti considerati i più grandi: in dimensione, in volo, in bellezza, in fascino.

7 May 2008

Cugini del mare

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Dalla sommità di Torre Cerrano si apprezza tutta l’ampiezza del mare aperto. Il sollevarsi sulla linea dell’orizzonte fa apprezzare meglio la quantità di superficie sommersa di cui ancora poco, anzi pochissimo, conosciamo.
Viene spontaneo pensare agli ecosistemi marini e non si può fare a meno di pensare alla fauna ittica d’alto mare, alla simpatia delle tartarughe marine, alla bellezza dei delfini, alla particolarità dei pesci luna ed al fascino delle grandi balene.

Quando si parla di cetacei in Adriatico si pensa generalmente ai Delfini comuni (Delphinus delphis), ai Tursiopi (Tursiops truncatus) ed alle Stenelle (Stenella coeruleoalba), abbastanza comuni e conosciuti, specie gli ultimi, da chi ha avuto spesso a che fare con questo mare, ma non è da escludere la presenza di balene come il Capodoglio (Physeter catodon) o la Balenottera comune (Balaenoptera physalus) o di altri cetacei di grandi dimensioni come lo Zifio (Ziphius cavirostris) o il Grampo (Grampus griseus).
Nel Mediterraneo sono state osservate 21 specie di cetacei di cui 15 nei mari italiani. Le popolazioni regolarmente presenti, note per compiere in questi mari il loro intero ciclo vitale, sono almeno 8: Balenottera comune, Capodoglio, Zifio, Globicefalo, Grampo, Tursiope Stenella striata e Delfino comune; quasi tutte segnalate, alcune di frequente e altre in maniera eccezionale, anche in Adriatico.


L’area di Cerrano negli anni ’80 ha avuto una testimonianza diretta della presenza di grandi balene in Adriatico. Un Capodoglio adulto, in non buone condizioni di salute, venne a spiaggiarsi proprio all’ombra della Torre. Si cercò in tutti i modi di riportarla a largo ma, dopo un primo tentativo fallito per il ritorno dell’animale sulla stessa fascia di costa, l’enorme mole di questo bellissimo mammifero smise di respirare. Il museo ittico di Pescara ne conserva le spoglie.
I più anziani raccontarono che non era la prima volta che balene di così importanti dimensioni venivano avvistate o si arenavano nella zona di Torre Cerrano. Nonostante le profondità insolite per cetacei di queste dimensioni, resta per ora un mistero il motivo per cui queste acque siano così frequentate da questi nostri cugini del mare.

8 April 2008

Rifiorisce lo Zafferanetto alla duna di Cerrano

Era stato Gianfranco Pirone, docente di botanica all’Università dell’Aquila, che in un suo testo titolato “La degradazione degli ambienti costieri in Abruzzo”, riportato su un volume dedicato proprio alla costa ed alle sue dune, aveva raccontato di come, sul litorale abruzzese, ormai da tempo non veniva rilevata la presenza dello Zafferanetto delle spiagge (Romulea rollii), con il suo bellissimo fiore a stella violaceo. Il racconto parlava dell’ultimo rilievo documentato effettuato da Giuseppe Zodda nel 1967.

Naturalista e scienziato particolarmente dedito alla botanica, Giuseppe Zodda, aveva operato nel teramano dal 1932 studiandone e descrivendone la flora, come lui stesso scrisse, per «conoscere la storia del proprio paese [...] e, se la conoscenza riguarda i luoghi che ci circondano e che nel teramano sono tra i più vari, all’arricchimento delle cognizioni si aggiunge l’affinamento dello spirito ed un sentimento profondo di ammirazione verso la natura».
Le sue spoglie riposano dal 1968 nel piccolo cimitero storico della sua cara Pietracamela, stupendo paese arroccato sulle pendici settentrionali del Gran Sasso d’Italia. Dal mare alla montagna Zodda si era dedicato a censire, studiare e classificare specie naturali di ogni ordine e grado ed aveva messo insieme, presso l’Istituto “Vincenzo Comi” di Teramo dove era preside, il più importante erbario che tutt’ora l’area teramana può vantare ed in cui sono raccolti importanti campioni anche di specie estinte.
Oggi quell’erbario storico è conservato nel Centro Ricerche Floristiche del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, presso l’ex-convento di San Colombo a Barisciano (Aq). Tra le piante considerate estinte per l’Abruzzo, da oggi, andrà corretta la posizione dello Zafferanetto delle spiagge, anche detto “di Rolli” per la dedica da parte del botanico romano Filippo Parlatore all'amico e collega Ettore Rolli nell’occasione della sua prima crassificazione nel XIX secolo.

Lo stesso Prof. Pirone aveva rilevato, qualche anno addietro, una presenza di questo splendido fiore a stella, bianco e appena venato di viola internamente, lungo l’area retrodunale di Torre Cerrano. In questi giorni la conferma è arrivata da Adriano De Ascentiis, naturalista locale esperto di vegetazione dunale che, con l’apporto di altri esperti botanici dello stesso Centro Floristico di Barisciano, ha rilevato, fotografato e, quindi, confermato definitivamente, la presenza di molte piantine della specie Romulea rollii nei pressi del Cerrano.
In una zona che si spera, ora, sufficientemente tutelata dall’organismo di gestione dell’istituenda Area Marina Protetta.

5 April 2008

La Trivia adriatica e la sua bellezza

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La più bella descrizione della Trivia adriatica l'ho trovata su una pagina web che riporta uno scritto di Gianni Roghi, figura storica del mondo della ricerca italiana, morto nel 1967 in circostanze drammatiche. Così la home page del sito postumo a lui dedicato lo descrive:

"Gianni Roghi nell’ambiente della subacquea italiana è stato un mito. Di quelli veri e autentici. Ma lo è stato anche nel giornalismo, nella fotografia (sia di terra che subacquea), nello sport, nella archeologia, nella malacologia, nella attenzione alla biologia, nella etnografia e in tutto quello che oggi riassumiamo con il termine “ricerca”. Suonava il pianoforte e ha scritto splendidi libri (diari, romanzi, saggi), vinceva il titolo europeo di caccia subacquea e correva con la Ferrari, dipingeva e vinceva i campionati italiani (categoria giornalisti) di sci alpino, studiava i fachiri e gli stregoni e prelevava per analizzarlo il sangue ai pigmei, inventava l’archeosub e scalava le montagne, viveva con i premi Nobel e con gli ultimi “selvaggi”. Non inseguiva l’avventura. Cercava solo e unicamente la verità, per capirla e spiegarla." (http://www.gianniroghi.it/)

Da un suo articolo su Mondo Sommerso del febbraio 1966, Gianni Roghi parla in maniera appassionata anche della nostra Trivia: "per me le conchiglie più belle del mondo sono le Cipree. La loro forma stilizzata a uovo, l’originalità della loro apertura dentata, l’essenzialità volumetrica, la grazia di certe variazioni della figura ellittica (a pera, a bulbo, a mandorla eccetera), lo smalto naturale della superficie, la ricchezza, la fantasia, l’incomparabile bellezza della colorazione, sono elementi che farebbero ciascuno da solo la fortuna estetica di un prodotto di Natura: riuniti insieme danno la Ciprea, supremo capolavoro.[...]
Ed ecco le “cugine”. Del genere Trivio, nel Mediterraneo abbiamo almeno sei specie: T. europuea, Montagu, T. lathyrus lathyrus, Blainville (sinonimo frequente: T. pulex, Dillwyn), T. mediterranea mediterranea, Risso, T. mediterranea multilirata, Sowerby; T. modellati, Locare, T. dimidiata, Bronn. Queste conchigliuzze, tutte assai simili, hanno provocato una vera babele di sinonimie, per cui non è facile orientarsi, né classificare con disinvoltura: occorre un vero specialista. La Trivia, in ogni modo, è un pallottolino color beige, lungo non più di un centimetro, tutto solcato trasversalmente da costoline che girano sotto la base e formano la dentellatura dell’apertura. Sono abbastanza comuni nel mondo corallino, ma piuttosto difficili da scoprire per la loro piccolezza e il loro mimetismo [...].
La Pseudosimnia carnea, Poirret (sinonimo Primovula carnea) ha una forma più gibbosa e un color rosa carico, abbastanza variabile; possiede una leggerissima dentatura sul margine esterno; le due estremità sono bianche superiormente e rosa fulvo di sotto. Bellissima conchigliuzza che vive quasi esclusivamente sui rami di corallo (Corallium rubrum), a notevoli profondità. Quando il pescatore di corallo toglie l’ammasso dei suoi preziosi rami dalla prua della barca, dove l’ha deposto ad asciugare, ritrova spesso sulle tavole questi graziosissimi animali, che avevano invano resistito così ben mimetizzati. Una interessante varietà di questa specie è quella adriatica, segnalatami (con magnifico dono di un esemplare) dal socio di Conchiglia Club, Vincenzo Donnarumma. Identica per forma, e di un terzo più grande [...].
La Allan la annovera come specie a sé stante (Pseudosimnia adriatica, Sowerby, sinonimo Primovula adriatica). [...]
Le Cipree sono animali notturni: difficile trovarli a spasso di giorno, specialmente ai tropici, dove vivono anche in bassifondi e si proteggono perciò dalla luce intensa diurna riparando sotto le formazioni madreporiche (soprattutto quelle “a cervello”). Le nostrane vanno scovate sotto le pietre e gli oggetti rocciosi del fondo a coralline.Tanto più arduo individuarle per il loro costume di avvolgersi quasi completamente, conchiglia compresa, con lo scuro mantello. Sono carnivore, ma piuttosto pigre. Strisciano adagio con il loro grande piede privo di opercolo, e sembrano strane giade, strani opali e agate perduti sul fondo da quelle svagate di ninfe ondine che nelle molte notti di plenilunio, dicono, corrono a fare straordinarie feste".
(L'articolo completo su: http://www.gianniroghi.it/Testi/Mondo%20Sommerso/conchiglia/6602.htm).

Dalle classificazioni odierne è la Trivia (Trivia) multilirata, come riconosciuta da Sowerby, G.B. II, nel 1870, ad essere identificata comunemente come adriatica per il fatto che la sua presenza è registrata prevalentemente in questo mare poco profondo ed unico, per tale caratteristica, in Mediterraneo.

4 April 2008

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